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Clientelismo in Toscana: Un male storico da sradicare per rilanciare la politica

Il clientelismo è una delle piaghe storiche che continua a minare la politica italiana, e la Toscana non è esente da questa pratica dannosa che distorce il funzionamento delle istituzioni democratiche. Il clientelismo è il meccanismo per cui i favori personali e gli scambi di appoggio politico diventano la regola, piuttosto che la meritocrazia e la trasparenza. Il risultato è una politica distorta, incapace di rispondere alle vere esigenze dei cittadini, in cui i posti di potere vengono distribuiti non sulla base delle competenze, ma degli appoggi personali.

Non dobbiamo ingannarci: il clientelismo danneggia tutti. Danneggia i giovani meritevoli, che vedono sbarrata la strada verso opportunità di lavoro e crescita professionale; danneggia i cittadini, che si trovano con istituzioni deboli e inefficienti, incapaci di fornire servizi di qualità; e danneggia la stessa politica, screditando chi, come me, si impegna per fare il bene della comunità.

Le recenti indagini e denunce non fanno che confermare quanto questa pratica sia ancora radicata nel nostro territorio. Le nomine nelle amministrazioni pubbliche e negli enti locali, invece di essere trasparenti e basate sul merito, vengono spesso decise sulla base di appartenenze politiche o personali. E così, chi potrebbe fare la differenza viene lasciato ai margini, mentre le persone meno qualificate ottengono incarichi di rilievo, solo perché hanno “le giuste conoscenze”. È una situazione insostenibile, che mina la fiducia nelle istituzioni e rende inefficaci i processi decisionali.

Come Consigliere Regionale, mi impegno a combattere il clientelismo in tutte le sue forme, a partire da una riforma dei criteri di selezione per le nomine pubbliche. È fondamentale che ogni incarico venga assegnato sulla base di un concorso pubblico trasparente, con criteri chiari e verificabili, che garantiscano che le persone giuste, con le giuste competenze, occupino i posti di responsabilità. Non possiamo più tollerare una politica basata sugli scambi di favori personali.

Inoltre, è necessario potenziare i controlli interni ed esterni delle istituzioni pubbliche, per assicurarsi che i processi di selezione siano regolari e conformi alle norme. Le autorità di controllo devono avere gli strumenti e l’indipendenza necessari per verificare che le nomine e le decisioni politiche siano fatte nel rispetto della legge e dei principi democratici.

Ma la lotta al clientelismo non può limitarsi alle sole istituzioni pubbliche. Anche nel mondo delle imprese, delle associazioni e della società civile è necessario che si affermi una nuova cultura della meritocrazia e della trasparenza. Le imprese che collaborano con il settore pubblico devono essere selezionate in base alle loro competenze e alla qualità dei servizi che offrono, non in base alla vicinanza a qualche politico o figura di potere. Le associazioni devono essere premiate per il loro impegno reale nella comunità, non per il loro legame con determinati partiti o amministrazioni.

Un altro passo fondamentale nella lotta al clientelismo è l’educazione civica. Dobbiamo lavorare per far crescere una nuova generazione di cittadini consapevoli e responsabili, che conoscano i loro diritti e sappiano come farli valere. Le scuole e le università devono essere luoghi dove si insegna l’importanza della trasparenza, della meritocrazia e della partecipazione attiva alla vita pubblica. Solo così possiamo spezzare la catena del clientelismo e costruire una Toscana più giusta e democratica.

Il clientelismo è una malattia che ha corrotto la nostra politica per troppo tempo. È ora di voltare pagina. La mia promessa è di continuare a lottare per una politica trasparente, meritocratica e libera da influenze personali, dove le competenze e l’integrità siano al centro di ogni decisione. Solo così potremo restituire ai cittadini la fiducia nelle istituzioni e costruire una Toscana migliore, più forte e più giusta per tutti.