Negli ultimi anni, la Toscana è stata duramente colpita da eventi meteorologici estremi, che hanno messo in ginocchio intere comunità e settori cruciali dell’economia regionale. Le recenti alluvioni che hanno devastato diverse aree della regione, con particolare impatto sull’agricoltura della Val di Cornia, sono solo l’ultimo esempio di come i cambiamenti climatici stiano mettendo a rischio la nostra terra. Il maltempo non può più essere trattato come un’emergenza isolata, ma come una questione strutturale che richiede interventi strategici e coordinati.
Il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, ha giustamente sottolineato che l’80% delle aree coltivate nella Val di Cornia è stato allagato, con danni gravissimi alle colture orticole, mettendo a rischio l’intero raccolto e il futuro di molti agricoltori
. Questo scenario non è solo una tragedia per il settore agricolo, ma anche una minaccia per l’economia e la sicurezza alimentare della regione. Non possiamo continuare a ignorare gli effetti devastanti che le condizioni climatiche avverse stanno causando sul nostro territorio.
La politica ha il dovere di agire subito. Le mezze misure non sono più accettabili, e la Toscana ha bisogno di un piano di prevenzione strutturale per affrontare e mitigare i danni causati da eventi meteo estremi. Il mio primo passo, in qualità di Consigliere Regionale, è quello di chiedere al governo regionale di lavorare in stretta collaborazione con tutte le parti interessate — dagli agricoltori ai tecnici della Protezione Civile — per sviluppare un piano di protezione idrogeologica che includa una serie di interventi a lungo termine, capaci di prevenire catastrofi future.
Uno dei principali problemi che ha portato a queste inondazioni è il mancato mantenimento delle infrastrutture esistenti, come argini e fossati, che sono stati lasciati al degrado negli ultimi decenni. Il potenziamento delle infrastrutture per la gestione delle acque deve essere una priorità assoluta. Bisogna investire nella manutenzione e nel ripristino degli argini dei fiumi e dei canali di scolo per evitare che eventi meteorologici intensi causino ulteriori devastazioni.
Ma non possiamo limitarci a interventi strutturali. Serve un approccio più ampio che includa anche politiche ambientali volte a mitigare il cambiamento climatico. La Toscana deve diventare un modello di sostenibilità e innovazione in agricoltura, con politiche che incentivino l’uso di tecnologie verdi per la gestione delle risorse idriche e il risparmio energetico. La prevenzione dei rischi deve andare di pari passo con lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, capace di adattarsi ai cambiamenti climatici e di proteggere l’ecosistema.
Accanto a questi interventi, ritengo necessario coinvolgere la comunità locale in progetti di educazione ambientale e di gestione del rischio. Le comunità devono essere informate e preparate su come affrontare le emergenze e contribuire attivamente alla manutenzione e alla tutela del territorio. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo proteggere la nostra terra e prevenire nuove tragedie.
Infine, ritengo che sia indispensabile fare pressione sul governo centrale affinché riconosca lo stato di emergenza nazionale per la Toscana e attivi tutti gli aiuti necessari per sostenere le famiglie e le imprese colpite dal maltempo. Come ha sottolineato il presidente della Regione, Eugenio Giani, questo riconoscimento è fondamentale per facilitare l’accesso agli aiuti statali e internazionali, senza i quali sarà impossibile ripristinare la normalità nelle aree colpite
In conclusione, il maltempo non può più essere considerato un evento eccezionale. I cambiamenti climatici sono una realtà che dobbiamo affrontare con coraggio e visione. La protezione del territorio e delle comunità deve essere una priorità per il futuro della Toscana, e io continuerò a lottare affinché si prendano le misure necessarie per proteggere la nostra terra e garantire un futuro sicuro e prospero per tutti.